Il dialogo platonico dedicato all’amore si presenta come una raffinata conversazione – forse la più bella conversazione della storia della letteratura – fra spiriti eccellenti.
Atene, 416 a.C. Il poeta Agatone con il suo primo dramma teatrale vince le gare tragiche. Per festeggiarlo, il fiore degli intellettuali ateniesi viene invitato ad un simposio, il banchetto rituale durante il quale i convitati bevono vino, cantano, ascoltano musica e discutono di svariati argomenti. Tra i presenti, oltre ad Agatone, troviamo Socrate, il suo allievo Fedro, il commediografo Aristofane, il politico Pausania, il medico Erissimaco e il giovane rampante Alcibiade. Uno dopo l’altro, prendono la parola per celebrare la potenza inesauribile di Eros. Attraverso le loro voci, Platone offre uno straordinario affresco della sensibilità greca nei confronti dell’amore: le due forme di Afrodite, il mito dell’androgino, la morbidezza e l’asprezza di Eros, la natura del desiderio. Infine affida a Socrate e a una donna, la sacerdotessa Diotima, il compito di schiudere i segreti ultimi di Eros e del suo manifestarsi nel mondo.
Simposio
di Platone
“Ciò che deve guidare la vita degli uomini non sono ricchezza, onore, prestigio familiare… ma Eros, l’amore”
La musica
La composizione segue lo sviluppo armonico dei “modi”, scale discendenti derivate direttamente dalla musica greca antica. Ogni personaggio ha ispirato un caratteristico “modo” musicale e l’unione dei sette discorsi disegna un cerchio perfetto intorno ad un unico centro vitale: l’amore, tema del Simposio, e la nota Do fondamento della musica.
- Fedro, modo ionico
- Pausania, modo frigio
- Erissimaco, modo lidio
- Aristofane, modo misolidio
- Agatone, modo dorico
- Diotima, modo eolio
- Alcibiade, modo locrio
Diretto e interpretato da: Christian Poggioni
Musica originale: Irina Solinas
Scenografia e costumi: Micaela Sollecito
Foto di scena: Michele Calocero
Spettacolo vincitore Valtellina Teatro Festival 2019